Finanziamento? E perchè no, grazie!

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Lo scandalo dei finanziamenti a pioggia erogati dallo Stato e dalle Regioni per sopperire alle carenza di liquidità determinate dalla crisi COVID19 è lo specchio del modo maldestro con cui in Italia vengono gestite le risorse pubbliche.

Come noto, il Decreto "Liquidità", prevede la concessione alle imprese e ai professionisti di finanziamenti a condizioni agevolate, contro garantiti dallo Stato, per aiutarli a fronteggiare l’emergenza Coronavirus, assicurando così continuità alle relative attività economiche.

L’obiettivo della disposizione contenuta nell’articolo 13 del decreto legge n. 23/2020 (cd. Decreto Liquidità) è chiaro e meritorio, per quanto l’ammontare limitato di risorse (peraltro sotto forma di sole garanzie) sia stato oggetto di polemiche sollevate dalle imprese: il finanziamento compete a quei soggetti che attestano di “aver subito in via temporanea una carenza di liquidità quale conseguenza diretta della diffusione della epidemia da Covid-19”.

Occorre, peraltro, sottolineare che nella modulistica che bisogna presentare per accedere al finanziamento, il richiedente deve attestare di trovarsi in detta situazione ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 455/2000 – Dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà. Giova ricordare che il successivo art. 75 del medesimo decreto prevede il reato penale in caso di dichiarazione mendace.

Senonché, l’evidenza di questi primi giorni di “battaglia”, da parte delle imprese e lavoratori autonomi, per accaparrarsi il “bottino” lascia sconcertati, sia per il comportamento di taluni richiedenti, sia per l’impostazione data dalle amministrazione preposte alla gestione delle risorse.

Il finanziamenti di 10.000 euro della Regione Lazio

E’ emblematico il caso della Regione Lazio, che per il tramite di Fare Lazio, ha messo a disposizione nell’ambito del Fondo Rotativo Piccolo Credito - Sezione V – “EMERGENZA COVID-19, un finanziamento di € 10.000,00 a qualunque titolare di partita Iva che attesti, meramente e semplicemente, la crisi da COVID-19.

Già il 10 aprile era (im)possibile caricare le pratiche sul sito del Fare Lazio, dal momento che una volta compilata pazientemente la domanda, all’atto del consolidamento della pratica, il software ti sbatteva fuori, costringendoti perennemente a ricominciare.

A decorrere poi, dalle ore 10,00 del 20 aprile 2020 si è aperto il canale telematico per la trasmissione della domanda per la protocollazione in ordine cronologico.

Della serie: chi tardi arriva rimane a becco asciutto. Insomma, il famigerato e incivile “click day”.

Il risultato dell’arrembaggio si è tradotto istantaneamente in un blocco del sito che è andato in tilt. Inutili, i tentativi di coloro che pazientemente davanti al computer hanno provato ininterrottamente per ore e ore a trasmettere la pratica. Laconicamente, lo stesso giorno, la Regione con la Determina G04591 ha comunicato la chiusura del canale telematico alle ore 17 posto che risultavano correttamente protocollate 35.845 domande tramite il portale Fare Lazio e che tale numero superava di ben oltre 5 volte le domande che potevano essere accolte in considerazione delle risorse disponibili.

Non siamo in un paese civile, su questo non c’è dubbio!

A ciò si aggiunge il comportamento di tutti coloro i quali, pur non avendo alcuna difficoltà finanziaria derivante dal COVID-19 (immaginate, ad esempio, una per tutte, i medici di famiglia che ricevono regolarmente a fine mese lo stipendio dalla Regione) hanno comunque richiesto il finanziamento: “visto che tanto è senza interessi”, e allora perché no?  Così ci chiudo il prestito con la finanziaria che ho comprato la cyclette a rate.”, oppure, “è capitato proprio a proposito perché così ci rifaccio la cucina della casa al mare.”.

 Il finanziamento fino a 25.000 euro garantito dal Fondo

Non molto diversamente stanno andando le cose con l’oramai famosissimo finanziamento fino a € 25.000,00 garantito dal Fondo Statale di garanzia al 100%. Se così è, perché mai la banca non dovrebbe erogarlo dopo aver acquisito l’attestazione del richiedente che ha subito la crisi di liquidità da COVID-19? Peraltro, come espressamente indicato sui siti istituzionali e nella Circolare ABI, la banca non deve effettuare alcun riscontro circa la veridicità dell’affermazione di cui il richiedente si assume la responsabilità. Certo, in questo caso il soggetto che ha ottenuto o otterrà il finanziamento paga gli interessi (molto bassi: dallo 0,20% all’1,6% a seconda della Banca e della durata del rimborso), ma perché mai rinunciarci, visto che comprare la macchina alla figlia/o neopatentata costerebbe di più con la finanziaria?

I controlli

C’è qualcuno che a posteriore farà i controlli? E chi sarebbe mai? La Guardia di finanza, l’Agenzia delle entrate, la Banca d’Italia, la UE? O chi?

Non fatemi ridere.

Andatelo a raccontare a quei piccoli imprenditori o professionisti che speravano nel finanziamento di € 10.000 della Regione Lazio per non chiudere e che non sono riusciti neanche a protocollare la domanda.

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