1° gennaio 2019 – Forfetari certamente con poche idee ma fortunatamente assai confuse

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Avete comunicato a un notevole numero “X” di vostri clienti la lieta novella: dal 1° gennaio 2019 sono passati al regime forfetario riservato ai soggetti che, al ricorrere dei numerosi presupposti, hanno avuto un volume di ricavi nel 2018, ragguagliato a giorni, non superiore a € 65.000.

Avete anche comunicato loro, con aria trionfalistica che non devo fare fattura elettronica il che già di per sè autorizza al buon umore.

Vi hanno portato 15 panettoni di ringraziamento costringendovi a fare 3 buchi aggiuntivi nella cinta dei pantaloni (maschietti) e siete andate dalla sarta per allargare di 3 dita il giro vita della gonna (femminucce)!

Poi gli avete spiegato che comunque devono registrarsi sulla piattaforma Agyo per ricevere le fatture dei fornitori.

E sì! Perché anche se il forfetario non deduce alcun costo (salvo i contributi previdenziali), per gli acquisti effettuati nell’esercizio dell’attività di impresa o di lavoro autonomo, occorre chiedere al fornitore la fattura e conservarla.  Che poi la conservazione sarà automatica a cura dell’agenzia delle entrate poiché così avrete previsto accedendo al sito dell’agenzia o perché vi siete affidati al gruppo Progetto Studio, poco importa.

Posto che il forfetario è un soggetto titolare di partita Iva il vostro cliente riceverà dunque dai propri fornitori (uno di questi siete voi) una fattura, si guardi ben….elettronica!!

E’ del tutto ovvio che il vostro cliente vi porrà allora la seguente imbarazzante domanda: scusi ma se tanto non mi deduco nulla, che la chiedo a fare la fattura? Manco per perdere tempo!

A siffatta impertinente e senz'altro irrispettosa domanda perchè comunque non cnforme ai canoni di correttezza civica risponderete come segue: per quanto Lei non si possa dedurre nulla non si può escludere che nella dichiarazione dei redditi le possano chiedere di indicare alcuni costi e spese sostenute nell’esercizio della sua attività (così è stato, almeno per quanto riguarda il Modello Unico 2017 e il Modello Redditi 2018, vedremo il prossimo anno che succede).

Dunque gentile signor cliente deve chiedere la fattura! Chiaroooo??

Vi sentite ora fieri di voi  stessi per aver ben impostato la conversazione con il vostro presuntuoso cliente? Siete degli illusi!

Il vostro smaliziato cliente sentenzierà con un ghigno satanico socchiudendo gli occhi: e con il carburante come la mettiamo? Con aria pasemente inquisitoria dirà: lei tempo fa ha mandato una informativa facendo presente che occorre pagare con la carta di credito e mai in contanti, diversamente non è possibile detrarre l’Iva e dedurre il costo. Senonché, caro il mio commercialista, guarda caso -prosegue il maledetto cliente raddoppiando il ghigno satanico- dal momento che io sono un forfetario non detraggo l’Iva e non deduco il costo. Quindi come la mettiamo? Chiedo la fattura (giusto per accontentarla) e pago in contanti?

A questo punto, tra voi e voi, cumulando una tonnellata di energia distruttiva pronta ad esplodere, rimuginerete quanto segue: se questo va al distributore, chiede la fattura e paga in contanti, il benzinaio gli dirà che è vietatissimo perché occorre pagare con la carte di credito e che se il commercialista non glielo ha ancora detto è un idiota patentato.

Avete una sola possibilità: gentile cliente dica al suo benzinaio che è questione di giorni perché le macchine a benzina e diesel stanno per metterle fuori legge e circoleranno solo auto elettriche e quindi è meglio che si cerchi un altro lavoro.

Che se il suo commercialista ancora non glielo ha ancora detto allora è un imbecille!

E ora mi faccia il pieno!!

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