9/03/2020 – 09/03/2021: un anno di resilienza (anche) nel diritto del lavoro!

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Nelle ultime settimane pensavo all’avvicinarsi di questa indimenticabile data: 09/03/2021. Un anno dopo.

E così ho deciso di scriverlo, di getto, nel mio diario degli appunti, che forse (ma non lo so ancora, qui nelle prime righe) deciderò anche di rendere pubblico.

Ricordo ancora la cena del sabato 7 marzo, a casa di amici.

Si mangiava e beveva in compagnia, in programma molti convegni per i giorni, settimane, mesi successivi.

Si programmava un’uscita per il giorno successivo (8 marzo) con gli sci. Il giro dei 4 passi. Per noi una meta molto ambiziosa.

Ma alla sera, alle 21.00, arrivavano i primi messaggi che quegli 11 comuni (principalmente in Lombardia ed uno solo caso, proprio nella mia Provincia di Padova, a Vo Euganeo) diventavano tutto il territorio nazionale.

E così, dalle chat di WhatsApp si è passati ai TG in edizione straordinaria, alle telefonate con i clienti il sabato sera, sabato notte, la domenica. Giro in montagna saltato, ma eravamo ancora all’inizio…

La domanda più comune di tutti i clienti: Cosa dico ai miei ragazzi? Si, perché noi i nostri collaboratori li chiamiamo così: i nostri ragazzi. Cassa integrazione, sospensione, assenza non retribuita, ferie obbligate, congedi…  troppe domande e nessuna istruzione. Ricordo anche i momenti di tensione in studio, e con i clienti. Perché quando si è abituati a dare (o a ricevere) risposte puntuali, ci si trova totalmente inermi ed impotenti nel non saper cosa cercare, perché non c’è proprio nulla da trovare.

Ebbene da quel nove marzo (forse un po' prima per i primi undici comuni “Zona Rossa”) si è dato il vero inizio alla gestione della pandemia, sicuramente sul piano sanitario, ma anche nei rapporti di lavoro e nei rapporti sociali/economici.

Da quel giorno ho iniziato, per motivi di lavoro, di formazione, ma soprattutto di passione, a registrare nel mio file Excel “Corona Virus – Fonti”, ben allocato al centro del mio desktop, tutti i provvedimenti di fonte legale, amministrativa (le circolari, le note, i messaggi dell’INPS, dell’INAIL, dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, del Ministero del Lavoro, dell’Agenzia delle Entrate, etc.) legati alla gestione giuslavoristica della pandemia. Oltre ai DPCM. Un acronimo ad oggi conosciuto a tutti e forse, fino a solo un anno fa, noto solo a pochi.

Nove marzo 2020.

Da quel giorno è iniziata la saga delle dirette Facebook, dei provvedimenti all’ultimo minuto, dell’arcobaleno di “andrà tutto bene”, dei canti dal balcone, dei runner contagiosi, dei 300 metri intorno all’abitazione, dei cani a passeggio (per più volte al giorno) dei cani a noleggio (per chi non ne aveva) delle spese, delle spese a più riprese…

Non è possibile dimenticare anche i motivi tragici di questo periodo: l’impennata dei decessi, le bare, anziani (e non) lontani nei momenti più difficili dagli affetti più intimi, gli angeli nei servizi ospedalieri (e non solo) costretti al lavoro fino allo strazio totale fino ad addormentarsi direttamente sul campo nei rarissimi momenti di pausa.

Un pensiero anche a noi: Consulenti del Lavoro ed addetti all’amministrazione del personale, collaboratori, stagisti, praticanti…

Da tecnico, mi sono sempre rifiutato di occuparmi di politica. Pertanto, non utilizzerò questo strumento per raccontare tutte le possibili strade su come “si poteva fare meglio”. Credo che in ogni caso gestire una macchina così complessa come il nostro Stato e come i nostri INPS/Ministero & Co. non sia assolutamente facile e banale.

Dico solo che lo sforzo è stato immane, senza precedenti, e da parte di tutti.

Dal momento in cui scrivo questo breve articolo, si contano:

  • 27 Decreti Legge
  • 26 DPCM
  • 56 Circolari INPS
  • 127 Messaggi INPS
  • 15 Circolari INAIL
  • 29 Provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate (Circolari/Risposte/Note)
  • 13 provvedimenti del Ministero del Lavoro
  • 13 provvedimenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
  • Non definiti provvedimenti del Ministero della Salute/dell’Interno/delle varie Regioni

Tutto questo, SOLO di Corona Virus, solo nel diritto del Lavoro, solo da un anno a questa parte. Esclusi i non definiti, si contano 293 provvedimenti in 365 giorni. 365 giorni di cui forse 350 lavorativi.

Non si può quindi negare lo sforzo da parte di tutti.

Da vicino penso (e vedo quotidianamente) i miei collaboratori. Talvolta stremati, per un lavoro che hanno scelto e che amano (o forse hanno amato).

Non si può negare una vera difficoltà oggi a far prevalere la passione per il nostro lavoro se pensiamo alla lunga lista (impossibile essere esaustivi) di termini decadenziali mensili, di provvedimenti di reiezione, di note di rettifica, di avvisi di irregolarità (ahimè troppo spesso non dovuti, e trasmessi per errore dagli Istituti).

E così siamo qui, un anno dopo, entrati da poco in un nuovo periodo in zona Arancione (parlo del mio Veneto, ma non è certo la sola Regione) e con alle porte lo spettro di un nuovo lockdown totale…

Nel frattempo i convegni sono diventati webinar, gli incontri sono diventati meeting, i colloquio sono diventati chat.

Sono certo che torneremo. Qualcuno dice meglio di prima, questo non lo so.

A me basta tornare, trovarvi numerosi nelle aule degli hotel o, perché no, discutere animatamente in un incontro sindacale.

L’importante è essere positivi, Anzi no. Ottimisti.

Ad maiora

Alberto Bortoletto

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