Perché le banche chiedono la fideiussione anche al socio di una società di persone

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Ci si potrebbe chiedere per quale motivo una banca (o un qualunque fornitore) per una obbligazione contratta dalla società (di persone) pretenda comunque una fideiussione da parte di uno o più soci. Si potrebbe eccepire che non ha senso perché comunque tutti i soci sono illimitatamente responsabili e, dunque, richiedere la fideiussione da una persona che già risponde illimitatamente e solidalmente con il proprio patrimonio è una pretesa illogica.

Ebbene, non è affatto così.

Siamo d’accordo che nelle S.n.c. tutti i soci rispondono, senza eccezioni, solidalmente e illimitatamente con il proprio patrimonio per le obbligazioni contratte dalla società, ma occorre ricordare che tale responsabilità è successiva e filtrata attraverso il beneficium excussionis posto che il creditore prima di aggredire il socio deve aver inutilmente aggredito la società: ed infatti, l’articolo 2304 del c.c. così dispone:” I creditori sociali, anche se la società è in liquidazione, non possono pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo l’escussione del patrimonio sociale.”.

E’ bene ricordare che, invece, nella società semplice, il creditore sociale che non è stato soddisfatto può agire immediatamente anche contro il socio e quest'ultimo può paralizzare l'azione promossa contro di lui solo indicando al creditore i beni della società sui quali il creditore stesso può agevolmente soddisfarsi.

Tanto premesso, prima di entrare nel merito delle motivazioni della richiesta della fideiussione, per quanto ovvio è bene far presente che è incoerente che il socio accomandante di una S.a.s., il quale risponde esclusivamente per il capitale conferito alla società, rilasci la propria fideiussione a favore della società: allora perché ha voluto fare l’accomandatario in linea di principio non responsabile delle obbligazioni della società. Una fatica inutile!

Tornando a noi, il motivo della fideiussione pretesa dal creditore della società è presto detto: perché in questo modo il creditore non passa attraverso il (lungo e talvolta travagliato) iter del beneficum excussionis. Lungo perché tentare di incassare dalla società può essere un tentativo che richiede molti mesi e travagliato perché la società potrebbe tentare di tutto per evitare il pagamento (contestazioni sui contenuti contrattuali, etc.).

Con una fideiussione “a prima richiesta” a carico del socio il creditore della società può escutere il fideiussore in tempi brevissimi, soddisfacendosi delle somme di propria spettanza e lasciando poi al socio la rogna di rivalersi sulla società (se mai ci dovesse riuscire), o sugli altri soci ognuno in proporzione alle rispettive quote di partecipazione se la società dovesse risultare insolvente.

Senza considerare che anche se per qualunque motivo il suddetto socio fideiussore dovesse perdere la qualifica di socio (cessione della quota o recesso) resterebbe comunque responsabile nei limiti della fideiussione rilasciata.

Insomma tutto legittimo come ha stabilito la Cassazione con sentenza n. 26012 del 2007, con buona pace di quella parte della dottrina che la pensa diversamente.

 

 

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