IVA NON VERSATA: L’APPETITO DEL FISCO VIENE PRIMA DELLA FAME DEL CONTRIBUENTE

Download PDF

L'Iva va pagata: punto e stop. E e a nulla vale sostenere davanti ad un giudice che l'imprenditore aveva preferito far mangiare i figli dei propri dipendenti piuttosto che ingrassare le casse dell'Erario, in quanto l'appetito del Fisco è da ritenere prioritario rispetto a quello dei comuni mortali.

Sono queste le conclusioni a cui è giunta anche la recente sentenza della Cassazione n. 30952/2023 depositata il 17 luglio scorso, che ha nuovamente affrontato il tema dei limiti alla responsabilità per il reato di omesso versamento dell’IVA (art. 10-ter del DLgs. 74/2000).

Numerose sono state negli anni le pronunce giurisprudenziali su questo spinoso argomento e qualche volta i giudici si erano in passato mostrati più sensibili alle esigenze di liquidità imprenditoriali destinate a fini diversi rispetto a quelle del pagamento tributario, questo  almeno nel caso di mancati incassi per insolvenze inopinate dei cliente o per l’esigenza di pagare gli stipendi ai dipendenti.

Nel caso oggetto della pronuncia in commento, al legale rappresentante di società operanti nel settore edile veniva contestata l’omissione dell’IVA per quasi 3 milioni di euro, ma l’inadempimento della obbligazione tributaria, secondo i giudici, avrebbe potuto essere attribuito a forza maggiore solo quando fosse derivato da fatti non imputabili all’imprenditore, ovvero fatti ai quali non avesse potuto tempestivamente porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà in quanto sfuggenti al suo dominio.

Nello specifico, invece, era da escludere che la forza maggiore potesse sussistere in caso di mancanza solo della provvista necessaria all’adempimento dell’obbligazione tributaria per effetto di una scelta di politica imprenditoriale volta a fronteggiare una crisi di liquidità (Cass. n. 8352/2015).

In altri termini, se invece di pagare l'Iva un imprenditore paga gli stipendi ai propri dipendenti, essi magari ti ricorderanno come un benefattore e ti ricorderanno anche nelle loro preghiere, ma egli verrà comunque denunciato alla Procura della Repubblica finendo così sotto processo, in quanto l’omesso versamento dell’IVA per dette ragioni integra pienamente la sussistenza del dolo richiesto dall’art. 10-ter del DLgs. 74/2000.

Pagare l'Iva prescinde peraltro dall’effettiva riscossione dei crediti e che allora un imprenditore non incassi somme sa un debitore andato in ferie con i soldi con i quali avrebbe dovuto pagare una fornitura di merci è riconducibile solo all’ordinario rischio di impresa: in sostanza, per  eventuali corrispettivi non riscossi il Fisco e i giudici forse se ne dolgono, ma non perdonano, salvo quando il mancato incasso dell’IVA sia derivante da insoluti esorbitanti (Cass. n. 31352/2021).

Riguardo invece al pagamento dei dipendenti in luogo del modello F24, l'omissione di versamento IVA non può essere di per sé giustificata dall'aver preferito pagare gli stipendi.
Se l’imprenditore potesse infatti decidere di pagare le retribuzioni in luogo di adempiere al pagamento dell’IVA esso, di fatto, caricherebbe il suo rischio d'impresa sull'Erario
e con una strategia gestionale consistente nel pagare stipendi e crediti diversi da quelli tributari posporrebbe sistematicamente le ragioni del Fisco a vantaggio di quelle di altri creditori.

In questi casi, il Fisco diventa inflessibile ed anche il giudice penale, che purtroppo è spesso più attento alle esigenze erariali che a quelle alimentari del contribuente, ha confermato che tutti gli sforzi imprenditoriali devono essere prioritariamente rivolti a fronteggiare le obbligazioni verso l’Erario.

Invero, nella realtà ed almeno fino a quando gli importi non versati non sconfinano nel penale, non sono certamente pochi i contribuenti che piuttosto che pagare i tributi preferiscono finanziare ben altro in prospettiva  magari di un ravvedimento operoso o dell'ennesima edizione della pace fiscale.

Ed è alquanto curioso un Paese che non sa distinguere in maniera netta chi non paga i tributi per saldare gli stipendi dei propri dipendenti, rispetto a chi non assolve i debiti tributari anche semplicemente per andare in ferie: ma che sia un Paese strano ormai lo sappiamo da tanto tempo.

Download PDF

Nessun commento ancora


Lascia un commento

E' necessario autenticarsi per pubblicare un commento