Liquidazioni periodiche IVA, avvisi bonari ed il paradosso della rottamazione “flat”

Download PDF

È ormai ben noto come i contribuenti che hanno omesso il versamento dell’IVA dovuto nel primo trimestre 2017 stiano ricevendo gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate, a distanza di pochissimi mesi dalla violazione e prima ancora sia stata presentata la dichiarazione IVA.
Nel mondo professionale ed imprenditoriale regna diffusa indignazione e molta perplessità sulla legittimità di questi atti che, però, come ben sa chi ha partecipato nei mesi scorsi ai convegni del gruppo Progetto Studio, sono ineccepibili ed inattaccabili in punto di diritto.
Il problema, quindi, non è la legalità, ma l'opportunità del fortemente criticato operato di un'Agenzia delle Entrate che, ai tavoli tecnici legislativi, ha "promesso" un certo gettito tributario ed ora, ovviamente, ha la necessità di procacciare le risorse per mantenere quel risultato che essa stessa ha indicato, in maniera azzardata, come perseguibile "con un click"...
Si chiama "LIPE", è un virus autunnale che ha fatto arrivare gli avvisi di liquidazione sull’IVA del primo trimestre anche a quei contribuenti, sicuramente molti, che non hanno versato l’IVA non già quali evasori incalliti, ma per problemi di liquidità temporanea e pianificando, quindi, la speranza di poter presto regolarizzare la propria posizione mediante un ravvedimento che, dall'illusione del "senza limiti", ha invece ora uno scoglio invalicabile infrannuale.
Infatti, con l’arrivo di un avviso ai sensi dell’art. 54-bis, D.P.R. n. 633/1972, il ravvedimento è precluso, per cui l’unica strada è quella di pagare (entro 30 giorni) l’imposta con la sanzione del 10%, chiedendo, semmai, una rateizzazione.
Ovviamente, però, chi ha posticipato il versamento per problemi finanziari è molto complicato che ora, a distanza di pochi mesi, disponga di liquidità sufficiente per regolarizzare il versamento, con il concreto rischio, quindi, che si inneschi nei suoi confronti il meccanismo della riscossione forzata, tramite l'iscrizione a ruolo.
Risultato meraviglioso: nel momento in cui molte imprese avevano magari destinato quella scarsa liquidità di cui disponevano per "rottamare" ruoli pregressi e provare, quindi, a rientrare in bonis, ecco che questa nuova accelerazione provocherà sicuramente nuove iscrizioni a ruolo.
E ciò, peraltro, mentre nella prospettiva della Legge di Bilancio 2018 si narra dell'ipotesi di una nuova rottamazione-bis delle cartelle.
Sí, cari lettori, avete capito bene: mentre le imprese ed i professionisti stanno ancora cercando di riemergere dalle "rottamate" insolvenze tributarie passate, il Fisco accelera la riscossione dei nuovi tributi inibendo i ravvedimenti ed incagliando rinnovati debiti a ruolo.
E non è finita: perché il legislatore progetta di nuovo di poter definire le cartelle ancora in via agevolata, con l'apoteosi del grottesco realizzata tramite una sorta di rottamazione ormai di tipo "flat". Incredibile !  Ma vi è ancora di più!
Questo nuovo sconfortante e paradossale quadro si inserisce a qualche mese di distanza dalla emanazione della ris. 104/E/17, con la quale l'Agenzia delle entrate ha consacrato la possibilità di ravvedimento operoso anche della LIPE.
A questo punto lo scenario possibile é il seguente: se il risultato immediato che ottiene il contribuente nell'inviare fedelmente la comunicazione e non effettuare i versamenti è solo quello di vedersi inibire velocemente il ravvedimento operoso, inizieranno magari utilizzi maliziosi della ris.104, da parte di chi ben sa che una comunicazione LIPE infedele, ovvero che non facesse emergere immediatamente il dovuto, può essere ravveduta ad un costo tutto sommato accettabile e, soprattutto, in termini ampi perché (quasi certamente) un contribuente verrebbe "pizzicato" nell'infedeltà non prima della presentazione della dichiarazione annuale IVA.
Ovviamente, quanto sopra non è un invito a ripiegare su soluzioni da novello "escapologo" fiscale (come quella di evitare di trasmettere la comunicazione per poi ravvedere sia tale omissione che l’omesso versamento), ma è solo una riflessione a voce alta su come in un Paese con la P maiuscola e seriamente governato è ora di finirla con meccanismi di produzione legislativa fondati su promesse di gettito tributario da adempimenti burocratici ispirati dall'Agenzia delle entrate, promesse che poi essa stessa è costretta a mantenere velocizzando i tempi di riscossione da far invidia a Bolt.
Circa due miliardi (unitamente alla comunicazione delle fatture) è il gettito atteso dall'operazione in argomento, ma quell'obiettivo fissato l'anno scorso verrà difficilmente raggiunto e ciò nonostante questa stretta velocizzatrice degli introiti.
Che inizino, allora, a tremare le vene dei polsi! Il nuovo obiettivo del Governo, che non è riuscito a recuperare due miliardi con la LIPE e la comunicazione analitica delle fatture, è ora quello di recuperare 5,1 miliardi di euro da contrasto all'evasione con la nuova Legge di Bilancio. Ed il piatto forte del decreto fiscale 2018 (così, almeno, si dice) sarà, oltre la riapertura della rottamazione dei ruoli anche per le cartelle del 2017, pure quello dell'introduzione di nuovi possibili adempimenti burocratici, che arriveranno a stretto giro della surreale esperienza stagionale degli "spesometri":  in bocca al lupo !

Download PDF

Nessun commento ancora


Lascia un commento

E' necessario autenticarsi per pubblicare un commento