SUPERBONUS, TRA INTERVENTI IMPROBABILI ED ORIZZONTE DEI RISCHI

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Come ormai ben noto, il decreto Rilancio (articolo 119 del DL 34/2020) ha dato vita a un provvedimento senza precedenti che riconosce una detrazione fiscale del 110 per cento per gli interventi sull’efficienza energetica e sicurezza sismica degli edifici. È un’opportunità irripetibile per riqualificare le nostre abitazioni ed è una occasione importantissima per rilanciare il mercato dell’edilizia in Italia.

I risultati prodotti fino ad oggi sono ancora modesti, le pratiche presentate all’Enea e i cantieri partiti sono in crescita, ma su un patrimonio edilizio di decine di milioni di unità immobiliari potenzialmente interessate.
I motivi delle difficoltà sono molteplici, ma ce n'è qualcuno in particolare: la complessità degli adempimenti e la burocrazia dello Stato e, soprattutto, delle banche e dei soggetti finanziari coinvolti nella cessione del credito.
La norma nasce con le migliori intenzioni, ma l’applicazione risente di complessità, con  il tentativo dell’apparato burocratico di mettere i bastoni tra le ruote a un’iniziativa politica probabilmente avventata per la ricaduta sui conti pubblici.

Ovviamente, sarebbe bastato elevare l’aliquota di detrazione "solo" al 90/95% per cento per selezionare gli interventi dove realmente sono necessari ed evitare così questo preoccupante fenomeno di Esco e General Contractor, che si sono gettati nell’affare ghiotto, andando a proporre a in particolare ai condomini interventi improbabili a corrispettivi gonfiati e a costo zero, generando possibili future gravi conseguenze sui singoli proprietari degli immobili su cui l’Agenzia delle Entrate si andrà a rivalere in caso di problemi.

Inoltre questi gruppi societari, che acquisiscono il credito e che hanno facilità di fare accordi con le banche, a differenza di piccole imprese e professionisti, non hanno, per espressa volontà legislativa, particolare responsabilità diretta nell’operazione, avendo di fatto scaricato tutto sui professionisti che asseverano.
Chi spiegherà, quindi, al committente privato in difficoltà, che riceverà dall’Agenzia delle Entrate, dopo diversi anni, la richiesta di restituzione della detrazione utilizzata, più sanzioni e interessi, che dovrà fare causa al professionista, con l’assicurazione che invocherà il dolo (e quindi si tirerà fuori) e le grandi società che saranno al riparo con i loro notevoli guadagni (si stima circa il 20/30 per cento dell’indotto, ovvero diversi miliardi di euro).

A tutti, forse, non è ancora chiaro che quello che sta avvenendo potrebbe porre a rischio la serenità sociale del nostro Paese e la stabilità nervosa di molti cittadini vittime di potenziali profili problematici (e penali) dei quali sono largamente ignari. Si farebbe ancora in tempo ad organizzare controlli severi e ad attribuire le opportune responsabilità, soprattutto in termini di risarcimento, alle grandi società impegnate in questo importante progetto politico.

Chi ritiene che chi scrive sia un profetico iettatore, si stampi questo articolo e lo conservi nel tempo. Arrivederci a tra qualche anno.

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  1. Avatar STAGNO PAOLO

    buongiorno Dottor Zappi,
    concordo pienamente e aggiungo una ulteriore perplessità sulle “ESCO”: a chi affidano i lavori? sono imprese “serie”? se tra 6 mesi il tetto perde da chi andiamo a protestare?

    grazie per gli articoli sempre puntuali e utili.
    cordiali saluti

    paolo f. stagno


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