ACCERTAMENTI E AVVISI BONARI POST COVID-19: IL PUNTO

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L'emergenza sanitaria ha interferito anche con il mondo dei controlli fiscali e, dopo vari interventi su atti di altra natura, da ultimo sono stati posticipati al 16 settembre 2020 anche i pagamenti degli avvisi bonari, e delle relative rate, in scadenza dall’8 marzo alla data “antecedente” all’entrata in vigore del nuovo decreto Rilancio; si potrà versare in unica soluzione entro il 16 settembre (o in 4 rate).
Già il decreto Cura Italia aveva circoscritto la sospensione dei termini di versamento ai carichi affidati all’agente della riscossione, ma se la riscossione della somma non fosse stata ancora affidata al concessionario e le Entrate si fossero limitate, a seguito della liquidazione della dichiarazione, ad inviare solo l’avviso bonario la somma dovuta in questione non era sospesa e ciò anche laddove la scadenza prevista per il pagamento fosse compresa nell’arco temporale intercorrente tra l’8 marzo ed il 31 maggio 2020, in quanto il legislatore non ha fatto espresso riferimento all’interno dell’art. 68 del citato decreto alle comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate per la liquidazione automatica (articoli 36-bis del D.P.R. n. 600/1973 e 54-bis del D.P.R. n. 633/1972), o derivanti dal controllo formale dei modelli (art. 36-ter del D.P.R. n. 600/1973).


Ora, in considerazione del protrarsi degli effetti del periodo emergenziale sulla liquidità delle imprese e dei cittadini, il decreto n. 34/2020 (cd. Rilancio) rimette nei termini i contribuenti per i pagamenti in scadenza tra l’8 marzo 2020 e il giorno antecedente l’entrata in vigore del decreto, anche per le rateazioni in corso, delle somme chieste mediante le predette comunicazioni degli esiti delle liquidazioni automatizzate e del controllo formale su base documentale degli oneri detraibili e deducibili, incluse le comunicazioni degli esiti della liquidazione relativamente ai redditi soggetti a tassazione separata.
Si dà, quindi, respiro anche a quei contribuenti che, trovandosi in una situazione di carenza di liquidità, erano stati di fatto obbligati a pagare al fine di evitare la decadenza dalle specifiche riduzione sanzionatorie previste e dal piano di rateazione dell’avviso bonario.


Il sistema, quindi, recupera un’opportuna coerenza, attesa la circostanza che senza questo intervento a oggi sono stati penalizzati, tra i contribuenti non in regola con l’Erario, proprio i migliori tra essi, ovvero proprio coloro che stavano cercando di far fronte, in ritardo ma con correttezza, a un debito erariale appena liquidato dall’Amministrazione finanziaria e già prima dell’iscrizione a ruolo dello stesso.
Tale intervento legislativo, peraltro, rientra in un programma più ampio di sospensione generalizzata anche dei termini di pagamento di somme intimate mediante avvisi di accertamento e di liquidazione, il quale comprende anche i versamenti scaturenti da dilazioni dei ruoli e dalla pace fiscale.


Viene, inoltre, prevista anche una generale sospensione dei versamenti di tutte le somme (prima rata o rate successive) derivanti da accertamento con adesione, mediazione e conciliazione giudiziale, così come per accertamenti in tema di registro, ipo-catastali e successioni/donazioni e per gli avvisi di recupero dei crediti d’imposta.
Anche in questo caso, per la proroga si richiede che il termine di versamento cada nella sospensione fino al 31 maggio 2020 e il pagamento andrà eseguito entro il 16 settembre 2020, senza aggravio di sanzioni e interessi, anche con possibilità di rateazione sino a un massimo di 4 rate mensili di pari importo.


Slitta, invece, dal 31 maggio 2020 al 31 agosto 2020 la sospensione dei termini di versamento derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito INPS e accertamenti esecutivi, mentre le dilazioni dei ruoli in essere dall’8 marzo 2020 e quelle richieste sino al 31 agosto decadranno non, come di regola, con il mancato pagamento di cinque rate anche non consecutive, ma di dieci rate.
Da ultimo, va segnalato che le rate da rottamazione dei ruoli (articoli 3 e 5, D.L. n. 119/2018) e da saldo e stralcio degli omessi versamenti che scadono nel corso del 2020 potranno essere pagate entro il termine del 10 dicembre 2020, mentre i debitori che fossero decaduti nel 2019 da questi istituti, superando la precedente inibizione prevista dal D.L. n. 119/2018, potranno dilazionare il debito ai sensi dell’art. 19 del D.P.R. n. 602/1973.
Una boccata d’ossigeno viene, altresì, accordata anche ai contribuenti alle prese con altre procedure definitorie del D.L. n. 119/2018 (definizione delle liti, dei PVC) tramite una proroga al 16 settembre 2020 delle rate che scadono tra il 9 marzo 2020 e il 31 maggio 2020.


Nel periodo che intercorre tra l’8 marzo 2020 ed il 31 maggio 2020 non opererà anche il blocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 48-bis del D.P.R. n. 602/1973 e sino al 31 agosto 2020 sono sospesi anche i pignoramenti presso terzi disposti da Agenzia delle Entrate-Riscossione e dai concessionari locali, aventi ad oggetti salari, stipendi e altre indennità relative a rapporti di lavoro e pensioni.
Da ultimo, va segnalato che le attività di controllo, liquidazione, riscossione degli uffici degli enti impositori sono state sospese dall'8 marzo 2020 al 31 maggio 2020 ai sensi dell'art. 67 del DL 18/2020.
Il riferimento è alle attività esterne degli uffici come la notifica dei questionari e le verifiche.
Finita, però, la breve tregua dei provvedimenti dell’emergenza Covid-19, già dai primi di giugno potranno cominciare a circolare di nuovo le notifiche di inviti o richieste di dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento e potranno essere attivate anche verifiche fiscali e accessi presso la sede del contribuente. Purtroppo, il decreto Rilancio ha differito termini di pagamento e notifiche degli atti e ha completamente trascurato le criticità psicologiche che potrebbero sorgere da eventuali controlli fiscali avviati in questo periodo nell’ambito di attività economiche molto provate dal lockdown. Tra qualche giorno, un barista o un parrucchiere potrà essere oggetto di una verifica fiscale. Speriamo bene...

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